Anagni Hotel - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
 La città di Anagni conserva ancora intatto il bellissimo centro storico medievale, ricco di chiese e di palazzo storici. Il Palazzo comunale è del XII sec., restaurato più volte sino ai nostri giorni, presenta un grande passaggio a volta che ne trapassa da una parte all'altra la struttura e che sostiene la sovrastante sala del Consiglio. Il monumento più famoso della città è senza dubbio il Duomo di santa Maria Maggiore, costruito dal vescovo Pietro tra il 1077 e il 1104, ma che venne rimaneggiato nel XIII secolo con l'aggiunta di elementi gotici. L'interno, pur conservando la struttura romanica, è chiaramente gotico notevole il pavimento che è anteriore al 1227. Nella navata sinistra si aprono tre eleganti absidi semicircolari corrispondenti alla Cappella Caietani (della famiglia di Bonifacio VIII, con baldacchino gotico e grande sepolcro), al transetto ed alla loggia porticata di Bonifacio VIII.
  Il pavimento del presbiterio e la sedia episcopale (sostenuta da due leoni e decorata da un disco che doveva essere come aureola attorno alla testa del vescovo che vi si sedeva) sono opere dello scultore romano Vassalletto, attivo intorno al XII secolo. Nella cripta, definita la Cappella Sistina del Medioevo per i grandiosi affreschi duecenteschi che la decorano, vi è un meraviglioso pavimento cosmatesco del XIII secolo. L'imponente campanile, ornato da monofore, bifore e trifore, è del XII secolo. Il Palazzo di Bonifacio VIII è del XIII secolo e fu edificato da Gregorio IX e prende il nome dal Papa che più vi abitò.
  La romanica Casa Barnekow, dell'XIV sec., presenta una particolarissima scala esterna in facciata e prende il nome dall'artista svedese che l'ha finemente decorata a metà dell'800. Si dice che qui abbia soggiornato anche Dante Alighieri. Il sito di S.Cecilia è noto perché qui sono localizzabili i resti di un santuario (la cui area sacra non è ancora delimitata con esattezza) posizionato in una zona appena esterna al circuito murario, non lontano dall'Acropoli e vicino ad una delle porte della città.
Osteria della Fontana
  A Osteria della Fontana, durante lo scavo di una trincea per allestire il nuovo collettore fognario di Anagni, è stato effettuato il cosiddetto saggio H, attestante, nella fase finale del Paleolitico Superiore, una civiltà di cacciatori. Nel sito è stata trovata industria litica associata a faune, lame, lamelle, nuclei, bulini e frammenti di grossi mammiferi erbivori. Al Tardo Eneolitico possono essere attribuiti frammenti di vasi decorati, come a S.Antonino e a Selva dei Muli presso Frosinone(Bidditu-Segre Naldini 1981), da listelli di argilla applicati sulla superficie esterna. Se è noto, però, il sito di Osteria della Fontana, è innanzitutto per il Compitum Anagninum, il santuario di Diana, localizzato a S della Casilina, luogo dei prodigi che avvennero nel 210 a.C., durante la seconda guerra punica, di cui parla Livio(XXVI, 4, 12). Già negli anni 1978-81 erano stati recuperati in superficie frammenti di impasto e bucchero e vasi miniaturistici d'impasto databili VII-VI sec. a.C. che avevano fatto ritenere che esistesse un'area sacra. Nel 1992 in occasione del rifacimento della rete fognaria di cui abbiamo già parlato, la Soprintendenza Archeologica per il Lazio, ha esplorato un'area a circa 300 m a S-E del casale di Osteria della Fontana, a S del Fosso delle Pantane, effettuando due saggi di scavo che hanno confermato l'esistenza di un santuario.
Casale del Dolce
  Il sito archeologico di Casale del Dolce, compreso tra il corso del Rio S.Maria a NO e quello del fiume Sacco a S e SE, occupa un settore pianeggiante attestato a una quota media di 181 m s.l.m. e un altro a debole pendenza posto a SE, a una quota media di 174 m s.l.m. I due settori sono separati da una netta discontinuità. Dall'analisi topografica si nota la presenza di aree leggermente depresse di forma subcircolare e diametro massimo di 30 m circa, con terreno scuro eluviale e colluviale ricco di sostanza organica e di reperti archeologici. La morfologia ondulata del rilievo, la vicinanza ad ambienti ecologicamente diversificati, come la vallata alluvionale del Sacco e le zone boscose dei Monti Lepini, la sua caratteristica di zona di transito sulla direttrice N-S, lungo il bacino formato dai fiumi Sacco- Liri- Garigliano, ma anche sull'asse E-O, verso le zone di pascolo e montuose ad alta quota del Preappenino hanno determinato la scelta insediamentale che si ha qui dalla prima metà del V al III millennio a.C.